I Fanghi che escono dai depuratori urbani sono una risorsa
Nel 2015, i fanghi prodotti dal trattamento acque reflue urbane sono stati circa 3 milioni di tonnellate; più della metà è prodotto nelle regioni del Nord. La percentuale di depurazione delle diverse realtà, oscillano dal 70% circa del Piemonte al 40% della Sicilia. La filiera di trattamento di questi rifiuti speciali non pericolosi è molto complessa e inizia appena abbandonano il depuratore.
La Lombardia produce ogni anno 850 mila tonnellate di fanghi, non tutti sono idonei per il recupero in agricoltura. La quantità per cui è possibile l’utilizzo in ambito agricolo, secondo la normativa regionale, scende dunque a circa 650 mila tonnellate. Circa 400 mila tonnellate sono quelle recuperate direttamente in agricoltura.
I fanghi sono considerati rifiuti speciali non pericolosi e il loro utilizzo in agricoltura è considerato un recupero alternativo e più sostenibile rispetto alla discarica e all’inceneritore.
I gessi di defecazione sono invece prodotti contenenti fanghi idrolizzati e solfato di calcio e sono considerati dei correttivi delle proprietà agronomiche dei terreni e il loro utilizzo è disciplinato dal Decreto Legislativo 75 del 2010.
Gli esperti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia (Arpa) confermano che i fanghi ritenuti idonei al recupero in agricoltura non possono essere usati tali e quali e prima di essere impiegati sui campi necessitano di essere stabilizzati in impianti dedicati.
Sono previste inoltre analisi dei terreni, gli esperti di Arpa spiegano che al fine di massimizzare i benefici e ridurre i rischi di inquinamento dei suoli e delle acque è importante che nella fase di produzione i fanghi rispettino i requisiti di qualità previsti, inoltre diventa necessaria la predisposizione di un corretto piano agronomico che valuti le caratteristiche dei suoli e le loro esigenze colturali per poter definire correttamente le dosi.
Fonte Eco di Bergamo
(Roberta Salvi)