Scorie Nucleari: Il deposito rallenta
Rischia di slittare ancora, anche fino a un anno, l’avvio della procedura per arrivare a costruire un’altra infrastruttura strategica che vale 1,5 miliardi, con un indotto da 3 miliardi, di cui si parla da tanto tempo ma che è sempre stata rinviata per il timore di scatenare le proteste sui territori: si tratta del deposito nazionale delle scorie nucleari, che dopo il referendum del 1987 che ha sancito lo stop alle centrali italiane, dovrebbe raccogliere quei rifiuti pericolosi stoccati in siti provvisori e sparsi sul territorio e all’estero con costi non indifferenti pagati dalle bollette.
Il sottosegretario al Mise Davide Crippa ha parlato di alcuni mesi ancora per rivedere in modo più attento i requisiti di natura sismica dei possibili siti che dovrebbero ospitare il deposito. Il Ministro Sergio Costa ha spiegato che “in un anno dovremmo depositare la carte che riguarda il rischio sismico, e quindi l’individuazione dei possibili siti. Mentre Luca Desiata, l’ad di Sogin, l’azienda di Stato responsabile del processo e della gestione dei rifiuti radioattivi, dopo aver illustrato i risultati positivi del 2018 è tornato a ricordare, come aveva fatto l’anno scorso il precedente Governo, l’urgenza di una decisione rapida della politica sulla pubblicazione della Cnapi.
Il 2025 è l’anno limite entro il quale il deposito, almeno per le parti essenziali deve essere pronto anche per ospitare quelle scorie stoccate all’estero al centro di accordi in scadenza in quell’anno. Il Governo sta comunque lavorando anche alla possibilità di conferire i rifiuti ad alta radioattività a depositi fuori dai nostri confini, come ha ricordato Crippa.
Fonte Il Sole 24 Ore
(Marzio Bartoloni)