L’Italia punta sulla circolarità
Italia prima nella classifica dei cinque principali paesi dell’Ue per l’economia circolare, quel modello di produzione che si autorigenera; riutilizza le materie prime in successivi cicli di sviluppo e riduce al massimo gli sprechi.
Tutto , o quasi, si ricicla e poco, o nulla, diventa rifiuto. Con 103 punti di “indice complessivo di circolarità”, l’Italia batte il Regno Unito che raggiunge solo 90 punti, la Germania che ne ottiene 88, la Francia che si attesta a 87 e ultima la Spagna con 81 punti.
Un primato che, però è a rischio. Perché il trend di crescita dell’economia verde in Italia rallenta, diminuisce rispetto agli altri paesi che mostrano, invece, un maggiore slancio dovuto soprattutto all’applicazione delle direttive, approvate nel luglio scorso.
Basti pensare che, nella valutazioni riferite al 2018 l’Italia ha conquistato un solo punto, mentre gli altri paesi hanno raggiunto risultati più grintosi.
Dati e criticità, questi, che sono evidenziati dal primo Rapporto nazionale 2019 sull’economia circolare elaborato dal Circular economy network e dall’Enea.
L’avvertimento per il Belpaese è chiaro: se non si recepiscono le politiche europee, facendo partire i decreti che tecnicamente regolano il trattamento e la destinazione di quelli che finora sono considerati rifiuti e che, invece, possono diventare risorsa per la manifattura italiana, si rischia di perdere non solo la posizione acquisita ma, soprattutto, un’occasione di rilancio fondamentale per l’economia.
L’Italia, secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, vanta sicuramente grandi risultati ma serve una visione politica e amministrativa che manovri le leve della fiscalità, degli incentivi all’innovazione in favore dell’economia circolare.
Fonte Italia Oggi
Laura Viscardi