Roma, Bruno Bella sulle discariche: “Impianti insufficienti”
Roma perde le sue discariche e le sue strade rischiano di essere letteralmente sommerse dai rifiuti. Da mercoledì 5 febbraio, infatti, le fosse di Roccasecca e Civitavecchia, le uniche due che accolgono l’immondizia della capitale, hanno chiuso i cancelli per ‘problemi tecnici’. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha già annunciato che sporgerà querela nei confronti della società che gestisce le due discariche, la Mad, per “interruzione di pubblico servizio”. Ha poi scritto una lettera al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e al premier Giuseppe Conte.
Il problema dei rifiuti, a Roma, esiste da tempo. Scioperi, manifestazioni, ritardi. L’ultimo rapporto Istat sulla raccolta differenziata evidenzia un paradosso tutto laziale. Tra le regioni più grandi è quella che presenta la più alta quota di famiglie che dichiarano di differenziare sempre. Eppure la quota di rifiuti differenziati resta troppo bassa a fronte di quella raccolta. A Roma, infatti, non solo si producono circa 100 chilogrammi di rifiuti in più ad abitante rispetto alla media nazionale (588,8 contro 488,7), ma si sono prodotte, nel solo 2017, 1.687.000 tonnellate rifiuti. Solo 729.050 in maniera differenziata.
Per quel che riguarda la situazione della Capitale, si è spesso pensato a una soluzione che puntasse al trasporto dei rifiuti in altre regioni o in altri Paesi.
Bruno Bella, fondatore di Vibeco, azienda leader nel settore dei rifiuti urbani con un fatturato da 50 milioni di euro l’anno, spiega come “ogni provincia dovrebbe essere autonoma da un punto di vista della gestione dei rifiuti. Non dovrebbero viaggiare”.
“Sia per un discorso ambientale, dato che spostare i rifiuti produce emissioni, sia per uno economico: i rifiuti trattati appositamente sono una fonte di energia che dovrebbe appartenere a chi genera la materia prima che serve a produrla. Purtroppo, oggi gli impianti autorizzati da noi sono insufficienti, e questo apre degli spiragli dentro cui finisce per infiltrarsi la criminalità organizzata”.
Bruno Bella, in qualità di fondatore di uno dei principali interlocutori nel settore quale è Vibeco, si sofferma anche sulla percezione comune che si ha della discarica: “La parola in sé non rappresenta esattamente cosa sia oggi una discarica. La gente pensa al degrado, ai rifiuti, ma la verità è che oggi la costruzione di una discarica presuppone sempre un intervento parallelo di ripristino ambientale. Se invece di dire ‘stanno costruendo una discarica’ si dicesse “stanno operando un ripristino ambientale” la percezione dell’opinione pubblica sarebbe diversa. Ogni volta che noi di Vibeco abbiamo costruito ‘una discarica’ – conclude Bruno Bella – abbiamo in realtà costruito un parco o un’area verde a disposizione dei cittadini, in cui gli impianti di trattamento dei rifiuti non erano percepibili in alcun modo dalle persone”.