End of waste: “Ora procedure con celerità”
Attualmente l’Italia non primeggia nella classifica degli Stati europei per approvazione di decreti “end of waste”. Per questo motivo il Laboratorio Spl di Ref ricerche, ritiene che si debba procedere con celerità e in uno studio sottolinea come servano “filiere tracciabili e trasparenti, sistemi di controllo moderni ed efficaci al servizio dell’economia circolare e regole chiare.
Nel documento si ricorda che, sbloccare l’impasse generato dalle sentenze del Consiglio di Stato ( n. 1229 del 28 febbraio 2018) e della Corte di Giustizia UE (C-60/18 del 28 marzo 2019) , il ministero dell’Ambiente ha immaginato come “alternativa percorribile” quella di “rigenerare” il DM 5 febbraio 1998 che disciplina le autorizzazioni al recupero in forma semplificata grazie a opportuni provvedimenti normativi del dicastero destinati ad aggiornare i criteri previsti soprattutto nell’Allegato 1.
Dunque, “appare necessaria una modifica dell’art. 184 ter” del testo unico ambientale volta, in linea con il prossimo recepimento del Pacchetto UE sull’economia circolare. Venendo a specifiche filiere, “appare difficile comprendere come l’Italia non stia ancora pensando di immettere sui binari dell’EoW anche i rifiuti organici, posto che sono circa il 40% degli urbani prodotti ogni anno e il cui conferimento tal quale in discarica e oramai ventato dall’UE.
Inoltre, uno dei processi di recupero che richiede una regolamentazione urgente dei criteri sula cessazione della qualifica di rifiuto è quello finalizzato alla produzione e immissione in rete del biometano.